Come cercare uno psicologo?
Negli ultimi anni le richieste in ambito psicologico sono aumentate fondamentalmente per due ragioni: maggiori difficoltà sociali e minore stigma nell’andare dallo psicologo. Ma un mercato in crescita diventa economicamente attraente, a prescindere dal fine e dalla deontologia, con il risultato che oggi nell’offerta dei servizi psicologici si trova un po’ di tutto.
È ormai facile vedere pubblicità di app per autodiagnosi e per soluzioni psicologiche immediate. Inutile sottolineare che c’è poco di serio in questi annunci. Esistono però anche app e piattaforme più credibili con professionisti adeguati. Sono servizi comodi e funzionali per fare incontrare chi cerca e chi offre.
Al di là dei dovuti distinguo, una considerazione generale però si rende necessaria: app e piattaforme rendono visibili i professionisti che pagano il servizio offerto. Perciò, non proporranno né i più selezionati né i più adatti alla persona interessata, ma semplicemente i loro clienti (che potranno essere più o meno bravi e più o meno adatti).
Il processo psicologico funziona se si crea una buona relazione tra paziente e terapeuta. Questo è il punto fondamentale, tutto il resto è importante, ma secondario. La ricerca di uno psicologo è perciò un passaggio delicato. Non si sta cercando un prodotto a buon mercato, ma una persona competente con la quale potersi intendere e affidare intimamente.
Utilizzare un’app sarebbe certamente più semplice e veloce, ma se la maggior parte delle persone continua a rivolgersi ai propri contatti evidentemente riconosce nella ricerca dello psicologo un’importanza cruciale. Infatti, tramite il passaparola, ma soprattutto mediante le conoscenze dirette, si può attivare la rete di professionisti presenti su un territorio per ricevere uno o più riferimenti che possano idealmente funzionare per una certa domanda. Non è un’equazione matematica, ma un matching certamente più affidabile di quello svolto da un algoritmo, essendo la consulenza psicologica un incontro essenzialmente relazionale.
“L’invio di pazienti” tra psicologi (che come è piuttosto noto non prendono direttamente in carico i conoscenti stretti) è una pratica professionale basata su rapporti di fiducia, nella quale si ragiona sulle competenze e sulle caratteristiche personali dei colleghi che si presume possano funzionare con una particolare richiesta. L’assegnazione di un’app è basata su processi informatici e su rapporti economici. È una differenza notevole.
In conclusione, non penso che rivolgersi a questi intermediari sia una scelta sbagliata tout court. È una strada rapida, a volte più economica, che non richiede conoscenze pregresse e sforzi particolari. Personalmente non è la scelta che consiglierei, in quanto non molto accurata. La ricerca del proprio psicologo è un passaggio importante ed è già l’inizio del proprio processo di cura.