I falsi miti
Anche quest’anno è finita… e mi sento cambiare, in un mondo che cambia.
Per me la vacanza è staccare da tutto; dalle routine lavorative, dai piccoli e grandi condizionamenti quotidiani, dalle abitudini più o meno stringenti che, come le scarpe, abbandono in questo periodo dell’anno.
Per me la vacanza è riconnessione; lasciare gli artefatti e tornare a farsi guidare dalle cose della natura: dai cicli di luce, dalle maree, dal sole e dalla pioggia, dai bisogni del corpo (che sempre sta meglio quando viene ascoltato).
Per me la vacanza è scoprire; posti nuovi e posti già visti, ma sempre diversi: i luoghi, le persone, noi stessi.
E poi lentamente la timida voglia di tornare, come quando al mattino vorrei riposare ancora un po’, ma anche scoprire il nuovo giorno. Mai però, prima d’ora, questo ritorno mi è parso così forte, quasi traumatico.
La scissione tra le cose della natura e le cose dell’uomo mi appare più netta che mai, con tutta l’insensata miseria delle seconde, in una visione miope diffusa che ancora si illude di essere superiore, prioritaria e indipendente dalla prima, disconnessa anche dalla propria natura umana.
Una visione presuntuosa che alimenta venti di guerra, soprusi, egoismi e intolleranze. Una prospettiva piccola e delirante, sempre più accecata dalla grandiosità e dai tornaconto personali, impegnata a dare senso a ciò che senso non ha.
Una visione parziale, di presente senza futuro, gridata da politicanti senza lungimiranza, impegnati come al mercato del sabato pomeriggio, a rastrellare tutto il possibile, in qualsiasi modo.
Una visione immatura e irrispettosa, tesa al soddisfacimento immediato e compulsivo dei desideri, prima di tutto e tutti, senza attese e senza rinunce.
Mentre la natura, inascoltata, si fa sempre più roboante e minacciosa, in grado di spazzarci in un attimo con tutti i nostri piccoli megalomani deliri.
Ripulito per un attimo dal quotidiano, non vedo che un’unica via, fatta di equilibri e inter-dipendenze, con l’ambiente, le persone, i bisogni, i corpi, i luoghi e i tempi.
Siamo esseri bisognosi e dipendenti, gli uni dagli altri e dall’ambiente nel quale viviamo. Le illusioni dei nostri tempi, di autosufficienza e di onnipotenza, ci stanno rendendo sempre più soli, infelici, egoisti e aridi.
Forse è giunto il momento di far tramontare i miti di grandiosità e indipendenza, per riconnetterci alla nostra vera natura: finita, imperfetta, bisognosa e dipendente. Umana e sensibile. In caso contrario, sarà la stessa natura a farci presto tramontare.